SU SALUS QN SPECIALE 'CUORE' DI DICEMBRE L'INTERVISTA AL PROF. GAETANO GARGIULO

SU SALUS QN SPECIALE 'CUORE' DI DICEMBRE L'INTERVISTA AL PROF. GAETANO GARGIULO

SU SALUS QN SPECIALE 'CUORE' DI DICEMBRE L'INTERVISTA AL PROF. GAETANO GARGIULO


SU SALUS QN SPECIALE 'CUORE' DI DICEMBRE L'INTERVISTA AL PROF. GAETANO GARGIULO?

Il cardiochirurgo Gaetano Gargiulo
«Salvare un bambino l’emozione più grande»
Dirige il centro di cardiochirugia pediatrica dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna: trecentocinquanta interventi all’anno, tra cui trapianti e cuori artificiali
di DONATELLA BARBETTA

«SONO GIÀ passati oltre trent’anni da quando abbiamo dato vita alla cardiochirurgia pediatrica a Bologna e da allora abbiamo percorso una lunga strada. Un dato su tutti: all’inizio solo il 25% dei bambini affetti da cardiopatie congenite complesse arrivava all’età adulta, ora sono più dell’85%». Gaetano Gargiulo, 64 anni, nato in Calabria, a Siderno Marina, è il cardiochirurgo che su suggerimento del suo maestro, Angelo Pierangeli, da giovane è andato a Parigi, per perfezionare la sua formazione accanto ai professori Yves Lecompte e Pascal Vouhé, due luminari della cardiochirurgia pediatrica. Al rientro sotto le Due Torri si sono poste le fondamenta del centro d’avanguardia che da tre anni è ospitato nel gioiello del Sant’Orsola: il nuovo polo cardio toraco vascolare, un investimento da 91 milioni di euro.

Professor Gargiulo, quali sono le più frequenti cardiopatie congenite complesse?

«Le cardiopatie congenite complesse sono tutte quelle malformazioni in cui l’anatomia e il funzionamento del cuore sono completamente sovvertite. Molte sono incompatibili con la vita e richiedono di essere trattate nei primi giorni o settimane di vita. Tra le più frequenti, la trasposizione dei grossi vasi, le patologie ostruttive del cuore sinistro e i cuori univentricolari».

Quanti bambini nascono con questo difetto cardiaco?

«L’8 per mille dei nati vivi ogni anno in Italia, circa 4.500, di questi almeno 1.200 soffrono di una cardiopatia congenita complessa».

Qual è il numero degli interventi che si eseguono in cardiochirurgia pediatrica?

«Trecentocinquanta all’anno, e un terzo dei neonati arriva da tutt’Italia. Siamo un centro di riferimento nazionale, in particolare per le patologie complesse neonatali come la trasposizione dei grossi vasi e la patologia dell’arco aortico. Nella maggior parte dei casi, quando dalla diagnosi fetale comprendiamo che il bambino ha una cardiopatia che deve essere trattata subito dopo la nascita, la mamma viene a partorire al Policlinico, e noi prendiamo in carico immediatamente il bimbo evitando, così, i rischi di un viaggio. Il miglior posto per fare viaggiare un bimbo con una cardiopatia congenita complessa è il grembo materno».

Si ricorda il primo trapianto di cuore?

«Certo. La paziente era una bambina di appena un anno e mezzo che sentivo già come una di famiglia, perché era ricoverata da oltre due mesi, in attesa del cuore adatto a lei. Soffriva di una cardiomiopatia dilatativa e a quei tempi, era il ‘94, non avevamo a disposizione il cuore artificiale e quindi, per diminuire il lavoro del muscolo cardiaco, potevamo solo sedarla, tenerla addormentata e aiutarla con la ventilazione meccanica. Poi arrivò un cuore dall’Austria e, a causa del lungo viaggio, temevamo che si fosse danneggiato: vederlo ripartire è stata un’emozione fortissima. Quella bimba, rimasta in reparto per quattro mesi, ha avuto una ripresa lunga e difficoltosa: oggi ha 27 anni e ogni sei mesi torna per i controlli, ma sta benissimo».

Quindi i bambini operati restano legati a voi?

«Sì, diventano i nostri Guch, parola che è un acronimo inglese di Grown up with congenital heart defects, persone cresciute con difetti congeniti del cuore. Ogni anno aumentano in modo significativo, perché i neonati operati diventano adolescenti e adulti: oggi nel nostro Paese sono 100mila, noi ne seguiamo 800 all’anno. Il nostro centro, per la sua storia e per i risultati ottenuti, è riconosciuto come centro Guch di riferimento regionale ed è uno dei pochi centri italiani di cardiochirurgia pediatrica che si occupa della diagnosi e cura di questi pazienti, con un percorso ambulatoriale – per visite e controlli – studiato per gli adulti e in particolare per le donne che vogliono avere una gravidanza».

LA CARDIOCHIRURGIA PEDIATRICA e dell’età evolutiva, diretta dal professor Gaetano Gargiulo, «per il numero di pazienti trattati e per la qualità dei risultati ottenuti, si pone come punto di riferimento a livello nazionale ed europeo», si legge nel sito del Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. In un anno vengono eseguiti circa 350 interventi – tra cui trapianti di cuore e impianti di cuori artificiali – su neonati, ragazzi e adulti con cardiopatia congenita, seguiti fin da bambini al Policlinico. Nel centro viene svolta anche un’attività di solidarietà verso bambini che arrivano dall’Africa e da altri Paesi e che, con l’aiuto della Regione e di molte associazioni no profit – Piccoli grandi cuori, Caritas di Rimini, CosmoHelp, Abc di Piacenza e Fiorenzuola –, possono essere ricoverati e operati. Ogni anno vengono ricoverati oltre trenta bambini con cardiopatie più o meno complesse, provenienti dallo Zimbabwe o da altri Paesi africani e dall’Est Europa. E, da due anni, il Centro ha instaurato, con la supervisione del Centro nazionale trapianti, un rapporto di collaborazione con alcuni centri di cardiochirurgia in Grecia, per poter ricoverare e trapiantare a Bologna bambini sofferenti di cardiopatie congenite complesse. Inoltre, Piccoli grandi cuori contribuisce ad assicurare alle famiglie e ai bambini assistenza e sistemazione nel Polo dei cuori, spazio gestito dall’associazione.

http://speciali.quotidiano.net/web/donna-rdc/lintervista/…

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