Davide, “papà dei tempi moderni”

Davide, “papà dei tempi moderni”

Essere papà di un bambino cardiopatico congenito (ai tempi del Covid): la storia di Davide, che racconta del suo Samuele conosciuto per la prima volta in videochiamata

Si definisce un papà dei tempi moderni. Perché Davide, come tanti altri che sono diventati papà in tempi Covid, ha conosciuto il suo “Samu” per la prima volta in videochiamata, in ospedale. A lui e a tutti i papà che in questi ultimi tempi - per via delle restrizioni Covid - hanno vissuto “a distanza” la malattia del proprio figlio durante i ricoveri in ospedale, vogliamo fare tanti auguri!

Davide Cantarelli, agricoltore avviato a questo mestiere con un progetto sociale della Charitas, è sposato con Alessandra, storica dell’arte e insegnante di sostegno alle scuole superiori. Davide e Alessandra, entrambi di Piacenza, sono i genitori di Samuele che oggi ha 21 mesi ed è nato con una cardiopatia congenita.

La diagnosi avviene durante l’ecografia morfologica, in età prenatale: da lì, Davide e Alessandra sono indirizzati al Policlinico di S.Orsola IRCCS a Bologna dove la dott.ssa Anna Balducci, cardiologa pediatrica, conferma la diagnosi di ventricolo destro a doppia uscita, con difetto intraventricolare subaortico.

“Quel giorno lì me lo ricordo molto bene, a Bologna. Abbiamo mangiato “in sicurezza” ai Giardini Margherita, un panino a mò di pic nic. Era il 24 febbraio del 2020, pochissimi giorni dopo la diagnosi per Covid del paziente 1 di Codogno; mia moglie insegna e il venerdì precedente era stata a Teatro con i suoi studenti, molti erano di Codogno. Ci siamo fatti un selfie fuori dall’ospedale con la mascherina, le prime mascherine. Sono istanti che non dimenticherò mai”.


La nascita e il primo “contatto” a distanza 

Samuele viene alla luce con un parto cesareo mercoledì 17 giugno 2020, alle 13.14, quando la prima ondata Covid sembra ormai passata e l’estate è alle porte. Immediatamente viene spostato al padiglione 23 in terapia subintensiva, dove si trova il Reparto di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica; Alessandra, la mamma, resta invece al padiglione 4 nei giorni successivi al parto.
“Sono diventato papà in videochiamata, il giorno successivo: Samu era al padiglione 23, mia moglie al 4, io in giro in bici per Bologna: ci siamo salutati così, davanti allo schermo di un telefonino”.

“Durante i mesi successivi alla diagnosi - prosegue Davide - si aggiungeva sempre un “pezzettino”, le complicazioni aumentavano insomma, dopo la nascita hanno scoperto che aveva un isomerismo dell’atrio sinistro”.

Samuele però non viene operato alla nascita, perché come racconta papà Davide “ha mostrato subito di essere uno tosto: cresceva bene, mangiava tanto, manifestava tanto appetito e si regolava da solo. In quei giorni mia moglie era molto preoccupata, così dato che la situazione era sotto controllo e Samu doveva solo essere monitorato, ci hanno spostato all’ospedale di Piacenza per una decina di giorni, per essere più vicini a casa”.

E’ lì che si accorciano le distanze e finalmente Davide incontra per la prima volta suo figlio: “Ho aspettato che arrivasse l’ambulanza da Bologna per il trasferimento: quando sono scesi, lui era nella culletta termica per il viaggio e gli ho toccato per un attimo la manina”.

Attimi toccanti ed emozionanti, per un papà che ha dovuto gestire lunghe e interminabili attese.


Il supporto e l’accoglienza dei papà in associazione

Sono soprattutto i papà, in tempi di Covid, ad abitare gli spazi della nostra casa di accoglienza il “Polo dei Cuori”, in via Marco Polo, dove Davide resta nei giorni in cui la moglie Alessandra è ricoverata per partorire ed anche successivamente, dopo qualche mese, quando torneranno a Bologna per l’intervento cardiochirurgico di Samuele.

“Abbiamo conosciuto Piccoli Grandi Cuori subito, quando Alessandra era incinta e alla morfologica la dott.ssa Balducci ci ha indirizzati all’associazione: siamo stati presi in carico subito dall’assistente sociale, Simona Curia. Al Polo dei Cuori ero il primo papà che rientrava dopo la chiusura per emergenza Covid e non si potevano ancora usare gli spazi comuni. Anche quando Samuele è stato operato sono tornato al Polo, non potevo dare il cambio a mia moglie per via delle restrizioni sanitarie. Dall’associazione abbiamo ricevuto anche supporto psicologico, già durante la gravidanza di Alessandra e poi durante il colloquio pre intervento con il cardiochirurgo, la dott.ssa Emanuela Angeli, che ha operato Samu”.

“L'esperienza di questi anni - sottolinea Paola Montanari, presidente Piccoli Grandi Cuori - ci insegna che l'aspetto psicologico è estremamente importante: gestire una situazione di crisi che coinvolge tutti i membri della famiglia è fonte di grande stress. Ecco che avere una “casa” a disposizione, soprattutto per questi papà che devono vivere a distanza la paternità e la malattia del proprio figlio, per via del Covid, consente di “accorciare” in qualche modo le distanze e anche di costruire un tessuto di relazioni solidali con altri papà che condividono le stesse esperienze”.

La nascita di una nuova vita richiede una riorganizzazione delle proprie strutture di significato, dei propri ruoli, una rielaborazione ampia e comprensiva per fare spazio al nuovo. Non si tratta di un processo facile e lineare, tanto più se questo processo non può essere condiviso in un particolare momento che impone restrizioni importanti.

“Ho preso in braccio Samuele per la prima volta quando è tornato a casa, con mia moglie - continua a raccontare Davide. Era l’8 di luglio. E’ stato emozionante. Dopo averlo incontrato qualcosa in me è scattato: ho iniziato a riflettere sul valore della vita e sulle sue infinite possibilità, alcune delle quali sconosciute. Mi sono posto molte domande, ho pensato “Che cosa gli succederà? Che cosa potrà fare quando crescerà?”. Ho preso consapevolezza del fatto che davanti a noi abbiamo un universo immaginabile, e non prevedibile. Questo mi ha dato forza e serenità”.


L’intervento “salvavita”

Samuele torna al S. Orsola di Bologna il 16 novembre del 2020, il giorno prima del compimento dei suoi primi cinque mesi di vita, per l’intervento cardiochirurgico.

“Sono state lunghe ore, quelle dell’intervento, ma è andato tutto bene. Io e mia moglie ci siamo fidati subito dei medici, della loro professionalità e capacità. Abbiamo ricevuto un’accoglienza molto positiva, ci siamo trovati bene e questo ci ha aiutato molto”.

Papà Davide è un’ottimista di natura e spesso durante i suoi racconti si lascia sfuggire un sorriso e una risata. “Anche Samuele si è trovato bene: agli infermieri dispensava sorrisi ed è sempre stato un gran mangiatore, sappiamo che il buon cibo avvicina le persone”.

La sua natura ottimista è “servita” anche a cullare e calibrare le preoccupazioni di mamma Alessandra: “Quando ci hanno dato il saturimetro a casa ci siamo messi d’accordo che lo avrei usato solo io, fosse stato per lei Samuele avrebbe dovuto tenerlo al dito per tutto il giorno! Però devo ammettere che abbiamo dormito per diversi mesi con la luce accesa di notte, per controllare che non diventasse blu per via della scarsa saturazione. Solo in prossimità dell’intervento abbiamo notato che la saturazione iniziava a calare”.

Samuele oggi ha 21 mesi e sta bene: qualche giorno fa è diventato fratello maggiore.

“E’ facile col senno di poi dire che è andato tutto bene, ma così davvero è stato. “I cani hanno La febbre tutto l'anno Ma loro non lo sanno”: così canta Jovanotti… dipende sempre da come le guardi le cose, si può essere malati, ma ciò che conta è il modo con cui si affronta una situazione”. Sicuramente io “penso positivo”. Ogni tanto mi chiedo se crescendo Samuele potrà avere l’idoneità sportiva: sono un ex pallavolista, la sua mamma è una grande studiosa e ha cinque lauree: speriamo che abbia preso da lei!”


Auguri a tutti i nostri papà!

Auguri ai forti e coraggiosi papà che restano tali anche quando sono costretti a “lasciare” le proprie famiglie, come accade oggi, per via della guerra. 

A loro dedichiamo un sorriso e un abbraccio. 

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