Bologna accoglie la piccola Lourdemia

Bologna accoglie la piccola Lourdemia

Bologna accoglie la piccola Lourdemia

Dopo un viaggio di oltre 8.000 chilometri da Haiti, nella serata di giovedì 6 aprile Lourdemia è atterrata all’Aeroporto Marconi di Bologna insieme a suor Rosalie, la sorella salesiana che ne ha la patria potestà. In un primo momento la bambina sembrava smarrita, poi si è aperta in un gran sorriso che, tuttavia, non riusciva a nascondere la sua stanchezza e il suo allarmante stato di salute. 


Ad accogliere Lourdemia e suor Rosalie in aeroporto c’erano Paola Montanari, Presidente di Piccoli Grandi Cuori, la Pubblica Assistenza di Bologna e la dott.ssa Emanuela Angeli, la cardiochirurga dello staff del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna guidato dal prof. dott. Gaetano Gargiulo.


Ora comincia la seconda fase del percorso della piccola: ieri sera lei e suor Rosalie sono state accompagnate al Policlinico, dove Mia potrà riposare qualche giorno. Il viaggio infatti è andato bene, ma, viste le gravi condizioni fisiche della bambina - che ha un bassissimo livello di ossigeno nel sangue - per lei è stato molto faticoso. 

Già in serata è stata confermata la diagnosi di Tetralogia di Fallot, la cardiopatia congenita complessa di cui soffre Mia. Tra pochi giorni, quindi, la bambina sarà operata dallo staff del Policlinico, in quello che è un vero e proprio intervento salvavita. 

Il coraggio e la tenacia di suor Rosalie, da Haiti a Bologna per salvare la piccola Mia

Mia è arrivata a Bologna per essere operata al Policlinico di Sant’Orsola perché ad Haiti mancano le strutture e i medici capaci di curare la sua cardiopatia congenita, la Tetralogia di Fallot. 


Ma la situazione ad Haiti non è grave solo dal punto di vista medico. Per arrivare fin qui la suora che ha la patria potestà di Mia, suor Rosalie, ha incontrato tantissime difficoltà. Ad Haiti l’escalation della violenza tra gang sta aggravando la situazione del Paese, mettendo ulteriormente in ginocchio un sistema sanitario già provato. 


Proprio suor Rosalie ci ha raccontato: “Non trovo le parole per descrivere quanto sia difficile. Viviamo giorno per giorno: alla mattina esci per andare a comprare da mangiare e non sai se ritorni. A volte capita che non troviamo nulla: i banditi hanno diviso il Paese e tutte le regioni sono bloccate, non si può passare da un punto all’altro senza pagare. Ho iniziato a novembre tutto l’iter per portare Mia qui: è stata una grandissima fatica ma l’ho fatto con il cuore. Voi state facendo tutto questo per noi e ci avete dato forza: grazie”.


A proposito di Mia, dice: “Sorride sempre, anche quando soffre non si lamenta mai, ma un giorno mi ha detto: mi fa male il cuore. Mia vuole stare meglio ad ogni costo, ma per noi sarebbe stato impossibile senza il vostro aiuto. Nella nostra casa di accoglienza a Port au Prince ci sono cinquanta bambine, lei è quella con lo stato di salute più grave. Sono bambine e ragazzine che salviamo dalla strada, o che i genitori ci portano perché sono troppo poveri e non possono prendersene cura. Arrivano qui e ci dicono “ora questa bambina è figlia tua”.”

Un sorriso dolcissimo che non deve spegnersi

Insieme allo staff medico del Policlinico, Piccoli Grandi Cuori ha deciso di accogliere la richiesta di aiuto di suor Rosalie. Perché, come afferma la Presidente dell'associazione, Paola Montanari, "l'accoglienza è da sempre al centro della nostra mission. Giovedì finalmente abbiamo accolto Mia, questa meravigliosa bambina che nonostante la malattia e la grande debolezza ci sorride, per fornirle la migliore assistenza e le migliori cure, che saranno garantite dai nostri medici e operatori sanitari, e dalle nostre psicologhe e assistenti sociali.


La nostra associazione è stata fondata da mamme e papà che hanno vissuto l'esperienza di un figlio cardiopatico congenito. In questo caso la famiglia di Mia è suor Rosalie, che resterà con lei per tutto il periodo di cura. Quando la bambina verrà dimessa dall'ospedale le ospiteremo in uno degli appartamenti della nostra casa di accoglienza "Polo dei Cuori", dove i nostri volontari si occuperanno di fare la spesa e di aiutare suor Rosalie in ogni commissione.


Per questo motivo la raccolta fondi non si ferma. Abbiamo bisogno che le persone continuino a donare perché, oltre alle spese dell'intervento chirurgico e del ricovero in ospedale ci sono tantissimi altri costi da sostenere: il volo aereo, i servizi di assistenza psicologica e sociale, il vitto e l'alloggio presso la nostra struttura, ad esempio. Accogliere Mia non significa solo fornirle le migliori cure ospedaliere e sanitarie, ma anche i migliori interventi socio-assistenziali per aiutarla a vivere una quotidianità più serena, per rendere più lieve ogni sua fatica.


Bologna è una città meravigliosa, accogliente, in una Regione spettacolare come l'Emilia Romagna che rappresenta un'eccellenza dal punto di vista sociosanitario. Haiti invece è un Paese povero e pieno di disastri: abbiamo preso a cuore la storia di Mia e accettato questa nuova sfida perché, per noi, la salute è un diritto di tutti i bambini, anche di quelli che vengono da Paesi e situazioni più sfortunate".


Il percorso di Mia verso la guarigione è ancora lungo, e le spese da sostenere ancora molte.

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Photo credits: © Paolo Righi



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